Camminiamo con Cristo mano nella mano

Camminiamo con Cristo mano nella mano

Camminiamo con Cristo, mano nella mano.

 


Ciao amici: in questo articolo vi racconterò del percorso che abbiamo fatto durante questo anno con il gruppo San Damiano; cercherò di mettere in risalto quello che più mi ha toccato il cuore, considerando in primis che la vocazione si fa presente quando il tempo fa accadere le cose di Dio e dal cominciare a dare la nostra vita per Dio, consapevoli che nessun passo è definitivo, ma che è il cammino la grande grazia di Dio.

Mi chiamo Alessandro e ho 26 anni. Vorrei iniziare dicendo che le catechesi sulla figura di Abramo – che ci sono state offerte durante l’intero percorso - mi hanno aiutato a percepire la vita come un complesso di avvenimenti, i quali quando giungono a maturazione possono condurci, come lo stesso Abramo, ad intraprendere un viaggio verso la strada che Dio ha pensato per noi, un Dio che anche noi potremmo ascoltare mentre ci dice "vattene dalla tua terra" (Gn 12,1): ebbene a questo punto sono giunto anch'io. A questa chiamata mi sono sentito di rispondere: Signore io voglio camminare, mi metto in cammino e voglio continuare. Ho compreso che è abbandonandosi che si arriva alla meta, cioè alla relazione con Lui. Attenti però a non dubitare di Dio! Dio assicura ad Abramo: “Uno nato da te sarà il tuo erede” (Gn 15,4): come vediamo Dio si impegna per Abramo e così anche per ognuno di noi. 


Il dubbio passa dando credito a Dio. LA VOCAZIONE È UN'ALLEANZA CON DIO, la chiamata di santità che ho sentito: è per una vita piena ma non tranquilla. LA VOCAZIONE EVANGELIZZA LE MIE MISERIE. Ascoltando i frati che mi hanno accompagnato ho dato fiducia alle loro parole, vedendo che ciò è cosa buona e giusta.

Dio dice ad Abramo: “cammina davanti a me e si integro” (Gn 17,1); queste parole le dice a tutti noi: ecco che i santi e Dio stesso ci insegnano a saper scegliere tra il bene e il meglio, tra l'opera umana - quella fine a sé stessa - e l'opera divina, quella cioè che viene dall'altissimo e che ci dona gioia. Per saper scegliere bisogna fare dei tagli. Ho intuito che Dio mi vede come la perla preziosa e che è disposto a vendere tutto per prendermi?


Quando sembra essere arrivata al capolinea, la vita di Abramo è ricostruita: finalmente ha una discendenza, Isacco nasce miracolosamente, eppure Dio l'Onnipotente lo porta dentro la sua paura - quella di perderlo e vederselo morire – il che significa che Dio ci porta nelle nostre paure per trasformarle. Infatti Isacco vivrà e un ariete sarà sacrificato al suo posto: questo perché Abramo crede in Dio - l’unico e il vero - e quest’ultimo vuole la vita per i suoi figli, non come gli idoli e falsi dèi che sono portatori di morte.
Chi sei Dio? Chi sono io?


In corrispondenza alle mattinate passate su Abramo, abbiamo trascorso i pomeriggi meditando sulla figura di San Francesco: ebbene l’ascolto delle sue preghiere e delle biografie che parlano di lui mi hanno fatto crescere. Siamo partiti con il brano del "Sogno di Spoleto", dove i frati ci hanno esortato a capire che il Signore parla attraverso i fatti: la vocazione Dio l'ha fatta reale, sono cose concrete. La vocazione non è propria: è un'opera di Dio, in quanto l'iniziativa è Sua. Leggendo questa pericope abbiamo scoperto che Dio non giudica San Francesco cosi come non giudica noi, ma al contrario ci ama, aiutandoci a pensare bene di noi stessi!
Il mese seguente abbiamo trattato l’episodio di quando San Francesco si raccoglie in preghiera nella chiesetta di San Damiano e sente che Dio gli parla mentre fissa con devozione il crocifisso: ebbene quando ci si rivolge a Dio con cuore aperto si produce gioia! Inoltre Dio parla al giovane Francesco della sua vocazione di restauratore di chiese: bisogna ricordare che la chiamata di Dio va sempre di molto oltre ciò che pensiamo.


Allora mi chiedo: quanta gioia percepisco per la vita francescana

Nel terzo incontro ci è stato trasmesso il significato profondo del concetto di spogliazione, perché dovete sapere che San Francesco - un giorno davanti al vescovo e a tutta la città di Assisi - si spoglia di ogni cosa: non solo dei vestiti, ma anche delle proprie sicurezze, come ad esempio famiglia e amici, cosicché il vescovo - apostolo di Cristo - lo abbraccia per coprire la sua nudità. Tommaso da Celano (il primo frate biografo del Santo) scriverà "il nostro atleta ormai si lancia nudo nella lotta contro il nemico nudo". Questa spogliazione ci indica l'origine della vita francescana: LA CONTINUA SPOGLIAZIONE DI CIO' CHE DIO CI HA DONATO.

Nell'ultimo incontro abbiamo affrontato il tema della prima fraternità minoritica e del carisma francescano, il quale ha concluso degnamente il percorso di quest’anno del nostro gruppo.


Questo bel cammino mi fa dire: voglio essere MISSIONARIO ed EVANGELIZZATORE. E mi chiedo ancora: come mi vedo nella vita francescana? Ebbene sento che c'è bisogno di aprirsi all'altro, all'esterno, ai lontani; facciamo tesoro di discernere in fraternità!

 

LA PAZIENTE OPERA DI DIO IN TERRA

Costellata di stelle è la volta celeste, e poter dire che
l'anima umana è più bella. Solo doni ci ha fatto il Creatore;
la pace è un dono di questi che dobbiamo coltivare, alimentare 
e promuovere con azioni e pensieri. Padre del Cielo c'hai fatto
così meravigliosi, grazie.

Ognuno con un pensiero, ogn'uno che ama qualcosa 
distinto dal vicino; toccato dall'amore fraterno il pensiero
nei suoi gradi si avvicina al prossimo, tanto da sembrare
uguale e da poter dire, fratello siamo fatti uguale.
Identici ci ha fatti il Signore Dio.

Così il carbone bruciante tocca la bocca della 
nostra coscienza e stimola pensieri di bontà
divina, che stimola il nostro corpo a bussare 
in Paradiso per poter apparirvi dentro.

Il nostro corpo bussa al Paradiso con 
il bene, tramutato in azioni, tutto questo 
viene dalla fede, che risiede in noi.


Silenziosamente, curare le piaghe di Cristo nel prossimo sofferente.


Amici vi racconto il pellegrinaggio del 18-06-22 da Foligno a Rivotorto: abbiamo iniziato il cammino con l'Angelus, affidandoci a Maria Santissima; appena usciti dalla città e imboccata la via francescana,abbiamo fatto scendere volontariamente il silenzio. Quando si è sciolto eravamo quasi a Spello e proprio in occasione dei preparativi delle famosissime infiorate del Corpus Domini. Ci siamo così raccolti in alcuni giardini nei pressi del centro cittadino e abbiamo pregato le lodi; in seguito, uscendo dal paese, siamo passati davanti al monastero delle Clarisse di Vallegloria, dove Papa Francesco si è presentato a sorpresa più di una volta! Usciti da Spello abbiamo pregato il Santo Rosario, accompagnando ai misteri alcuni passi tratti dal brano dell'Annunciazione [Lc 1,26-38], questo passando per il viale degli ulivi, stradina che fece pure Sant'Angela da Foligno quando andando verso Assisi fu visitata dalla Santissima Trinità (tra l’altro è un viale mozzafiato).

Arrivati al convento di Rivotorto siamo stati accolti da fra Alessandro (uno dei post novizi della comunità), il quale nel pomeriggio ci ha permesso di conoscere il Santuario del Sacro Tugurio, spiegandoci che cosa questo fosse e aggiungendo di come esso si trovasse in prossimità di un lebbrosario dove i primi frati potevano servire Cristo nelle persone dei lebbrosi. Fra Alessandro ci ha anche raccontato di alcuni eventi biografici di San Francesco legati al luogo, come ad esempio del miracolo ricollegabile al carro di fuoco di Elia. Fatta la cena in convento a Rivotorto siamo poi stati riaccompagnati in convento a Foligno: il pellegrinaggio è stato a dir poco meraviglioso!


All'invito di Gesù rispondo "Sì, lo voglio"

Un’altra esperienza che mi ha colpito profondamente è stata la testimonianza vocazionale di Fra Massimiliano - post novizio anche lui - nativo di Ascoli Piceno, il quale il giorno successivo è venuto a Foligno per raccontarci la sua chiamata: un vero dono del Signore! Tra le sue parole ciò che più mi ha colpito è stata la sua esortazione a risolvere le situazioni di conflitto, perché ciò procura la vera gioia, e a trovare la pace nelle preoccupazioni che la vita quotidianamente ci porta; inoltre è stato bellissimo il suo invito ad accogliere il fratello e a non basare la vita sui se, dicendo chiaramente di come ciò sia contrario ad un autentico cammino di fede! Infine è stato bello sentire come fra Massimiliano davvero percepisca la fraternità quale dono concreto da vivere sulla propria carne.

In conclusione voglio ringraziare il Signore per il dono del cammino fatto quest’anno con il gruppo San Damiano, chiedendogli di saper riconoscere - in tutte le cose che insieme agli altri ragazzi abbiamo ricevuto - la sua volontà sulla mia vita! 

Alessandro  E.


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